“Immaginatevi di essere di pessimo umore, e che qualcuno vi stia accompagnando a fare una passeggiata. Il paesaggio è splendido, ma voi non siete dell’umore giusto per apprezzarne i particolari. Qualche giorno più tardi ripassate dalla stessa zona ed esclamate: “Santo cielo ma dov’ero l’altro giorno, per non essere riuscito a notare tutto questo?”. Tutto diventa splendido quando si cambia” (Anthony de Mello).
Chi arriva dallo psicologo giunge sempre con una sorta di “mappa” personale per affrontare la sua quotidianità.
“Per affrontare questa situazione mi comporto cosi…”, “mi succede questo…”, “mi sento in questo modo…”.
Di solito la “mappa” che mi viene mostrata è molto semplice, simile ad una strada di campagna, un piccolo sentiero tortuoso, ma con una direzione unica per raggiungere la destinazione.
Con uno psicologo puoi tentare nuove strade da quelle fino ad ora percorse e trasformare il senso di frustrazione ed impotenza in capacità di rispondere in maniere diversa alle sfide della quotidianità.
Lo psicologo ti aiuta a ritrovare e rafforzare nuove risorse e potenzialità e “ridisegnare” una nuova mappa con cui potrai muoverti nel tuo percorso di vita quotidiana. Così, nella tua mappa non ci sarà più il solo percorso tortuoso che consideri l’unico per raggiungere il tuo benessere, ma ci saranno variegate di immagini e strade alternative.
Poi scoprirai, percorrendole, che alcune sono anche più lineari e sicure per raggiungere quella stessa destinazione: solamente non conosciute e pertanto sempre evitate.
Un percorso con lo psicologo è un percorso con un professionista che sarà per te una sorta di guida.
Lo psicologo “rispecchia” la tua immagine, i tuoi vissuti e le tue emozioni, ti aiuta a prenderne consapevolezza e, la consapevolezza del proprio malessere, è il primo passo verso il benessere.
La capacità di assumersi dei rischi e di fare dei tentativi nuovi (imboccare nuove strade) è uno dei pilastri su cui si basa il percorso psicologico finalizzato al benessere (“sono qui perché voglio stare bene…”) e sarà il “patto” nella relazione terapeutica.
Solo “osando” si ha la possibilità di ampliare la mappa con cui ci muoviamo nella quotidianità e nelle relazioni di tutti i giorni. Solo “rischiando” si ha la possibilità di non vivere nell’attesa che qualcosa cambi all’esterno (qualcuno con cui mi relazione, ad esempio), ma di riconoscere il pieno potere di cambiamento che dobbiamo a noi stessi.